- 510 -
No, non era la morte: stavo in piedi
e invece i morti, tutti, son distesi.
No, non era la notte: le campane
gridavano annunciando il mezzogiorno.
Non era neanche il gelo: sulla carne
strisciava lo scirocco, lo sentivo.
E non il fuoco: i miei piedi di marmo
potevano raffreddare un altare.
Però sapeva un po' di tutto questo,
e le figure che ho visto disposte
in ordine per il seppellimento
mi ricordavano tanto la mia.
Come se la mia vita fosse stata
piallata e chiusa dentro una struttura,
e non potesse più, senza una chiave,
respirare... E un po' come a mezzanotte
quando ogni cosa che batte si ferma
e lo spazio fissa tutto intorno
e il gelo annulla terribile il pulsare
del suolo, i primi mattini d'autunno.
Ma soprattutto come il caos, freddo,
eterno, senza scampo né pennone,
e nemmeno un presagio di terra
a giustificare la disperazione.