Oggi, 25 novembre, è la solennità del Signore Gesù Cristo, Re dell'universo.
(dal "foglio parrocchiale" di questa domenica)
La festa di Cristo re è rigorosamente biblica, anche se è stata istituita da pochi
decenni (Pio XI nel 1925, con l'enciclica Quas primas). Per capire in che senso
parliamo di Cristo re è necessario aver presente la sua passione, che rovescia
l'idea della regalità mondana. Parlare di passione non significa qui richiamare
un significato passivo e negativo, quasi che il termine fosse un sinonimo di
sofferenza e di dolore. "Passione" qui è qualche cosa di diverso. Non è amore
per il dolore e per la privazione, ma lotta sino in fondo per ciò che si ritiene il
valore positivo più importante della vita.
Quando parliamo di "passione per l'arte" o "passione per una persona" si intende
proprio una carica di entusiasmo e di amore capaci di sfidare e superare tutte le
difficoltà e tutte le contraddizioni. La passione di Gesù è prima di tutto il progetto
di corrispondere al progetto di Dio, che né la sofferenza né la morte potranno
arrestare: un progetto di fraternità, di amore. Gesù è re perché vincitori non sono
coloro che lo hanno crocifisso, ma lui, il crocifisso. Lui ha sconfitto il potere con
l'umiltà, è risorto ed è stato reso signore della vita arrendendosi a chi gli voleva
dare la morte.
Di fronte ad un re si ha timore e trepidazione, ma di fronte a Gesù noi avvertiamo
il calore dell'amore, quell'amore che ci ha donato in modo insuperabile sulla
croce per salvarci. Per questo anche oggi osiamo chiedergli perdono, affinché
ci prenda per mano e ci guidi verso il bene.
_________Aurora Ageno___________