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Pioggia di Vita, per chi crede e per chi non crede

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2013 11:23
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3 settembre: SAN GREGORIO MAGNO, PAPA

In questo giorno è la memoria di San Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa –

Nacque a Roma verso il 540. Entrato nella carriera politica, raggiunse la carica
di prefetto dell’Urbe. Abbracciò poi la vita monastica, fu ordinato diacono e fu legato
pontificio a Costantinopoli. Il 3 settembre del 590 fu elevato alla cattedra di Pietro
e si dimostrò vero pastore nel disimpegno del suo alto ufficio, ma specialmente
nella cura dei poveri.
Si dedicò con zelo anche alla diffusione della fede. Fra le tante occupazioni trovò
anche il tempo per scrivere molti trattati di morale e di teologia.
Morì il 12 marzo del 604.


Dalle << Omelie su Ezechiele >> di san Gregorio Magno, papa:

<< Figlio dell’uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d’Israele >> (Ez. 3,16). E’ da
notare che quando il Signore manda uno a predicare, lo chiama col nome di sentinella.
La sentinella infatti sta sempre su un luogo elevato, per poter scorgere da lontano
qualunque cosa stia per accadere. Chiunque è posto come sentinella del popolo
deve stare in alto con la sua vita, per poter giovare con la sua preveggenza.
Come mi suonano dure queste parole che dico! Così parlando, ferisco me stesso,
poiché né la mia lingua esercita come si conviene la predicazione, né la mia vita
segue la lingua, anche quando questa fa quello che può.
Ora io non nego di essere colpevole, e vedo la mia lentezza e negligenza. Forse lo
stesso riconoscimento della mia colpa mi otterrà perdono presso il giudice pietoso.
Certo, quando mi trovavo in monastero ero in grado di trattenere la lingua dalle parole
inutili, e di tenere occupata la mente in uno stato quasi continuo di profonda orazione.
Ma da quando ho sottoposto le spalle al peso dell’ufficio pastorale, l’animo non può
più raccogliersi con assiduità in se stesso, perché è diviso tra molte faccende.
Sono costretto a trattare ora le questioni delle chiese, ora dei monasteri, spesso a
esaminare la vita e le azioni dei singoli; ora ad interessarmi di faccende private dei
cittadini; ora a gemere sotto le spade irrompenti dei barbari e a temere i lupi che
insidiano il gregge affidatomi.
Ora debbo darmi pensiero di cose materiali, perché non manchino opportuni aiuti a
tutti coloro che la regola della disciplina tiene vincolati. A volte debbo sopportare con
animo imperturbato certi predoni, altre volte affrontarli, cercando tuttavia di conservare
la carità.
Quando dunque la mente divisa e dilaniata si porta a considerare una mole così grande
e così vasta di questioni, come potrebbe rientrare in se stessa, per dedicarsi tutta alla
predicazione e non allontanarsi dal ministero della parola?
Siccome poi per necessità di ufficio debbo trattare con uomini del mondo, talvolta non
bado a tenere a freno la lingua. Se infatti mi tengo nel costante rigore della vigilanza
su me stesso, so che i più deboli mi sfuggono e non riuscirò mai a portarli dove io
desidero. Per questo succede che molte volte sto ad ascoltare pazientemente le loro
parole inutili. E poiché anch’io sono debole, trascinato un poco in discorsi vani, finisco
per parlare volentieri di ciò che avevo cominciato ad ascoltare contro voglia, e di
starmene piacevolmente a giacere dove mi rincresce di cadere.
Che razza di sentinella sono dunque io, che invece di stare sulla montagna a lavorare,
giaccio ancora nella valle della debolezza?
Però il creatore e redentore del genere umano ha la capacità di donare a me indegno
l’elevatezza della vita e l’efficienza della lingua, perché, per suo amore, non risparmio
me stesso nel parlare di lui.


Responsorio:

Dalle profondità delle Scritture trasse norme di azione e contemplazione, e immise
nella vita del popolo l’acqua viva del Vangelo. La sua voce continua a risuonare
nella Chiesa.
Come aquila colse dall’alto il senso delle cose; con la forza della carità provvide
agli umili e ai grandi.
La sua voce continua a risuonare nella Chiesa.


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_________Aurora Ageno___________
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